COMMERCIO. COLDIRETTI: SOS TRUFFE DI NATALE CON +29,2% SPESA ON LINE.
Le contraffazioni riguardano anche i prodotti tutelati a livello comunitario come quelli biologici o a denominazione di origine Dop/Igp per le quali l’Italia detiene il primato a livello europeo con ben 305 riconoscimenti. Sul web tra le falsificazioni spiccano anche i cosiddetti kit per produrre formaggi e vini italiani: i cheese-kit e i wine-kit. In merito ai cheese-kit, sono state scoperte confezioni contenenti tutto il necessario per ottenere una mozzarella in 30 minuti o altri formaggi italiani in 2 mesi. Il wine-kit invece e’ lo strumento utilizzato per la preparazione di vino in polvere: consiste in un preparato solubile in polvere che, stante a quanto dichiarato sulla confezione, permetterebbe di riprodurre i piu’ noti vini italiani, quali il Brunello o il Barolo. Il problema e’ anche normativo: se in alcuni paesi la vendita dei kit e’ illegale, in altri non lo e’. “Con l’emergenza Covid piu’ di 8 italiani su 10 (82%) cercano sugli scaffali dei supermercati e vogliono portare sulle tavole di casa i prodotti del vero Made in Italy per sostenere l’economia ed il lavoro degli italiani” ha affermato dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “la voglia di 100% Made in Italy e’ una tendenza confermata dal successo della campagna #mangiaitaliano promossa da Coldiretti e Filiera Italia che ha coinvolto industrie e catene della grande distribuzione ed i mercati degli agricoltori di Campagna Amica per promuovere le produzioni del territori e combattere il fake food”. Il consiglio della Coldiretti anche in vista dell’ appuntamento con il Natale a tavola e’ quello di verificare l’identita’ del venditore on line privilegiando chi ha un legame diretto con la terra o appartiene ad una rete strutturata di agricoltori come Campagna Amica ma anche di assicurarsi che il prodotto in vendita sia realmente tipico della zona da cui proviene, magari stando attenti che il nome del prodotto non sia “storpiato” come spesso accade quando ci si trova davanti delle imitazioni delle piu’ note specialita’ Made in Italy. Sulle immagini dei prodotti vanno cercate, se possibile, le indicazioni in etichetta relative all’origine. I prodotti a denominazione di origine (Dop e Igp) devono avere ben evidente il logo che li contraddistingue. In caso di prodotto venduto come biologico, occorre anche qui controllare che riporti in etichetta il logo europeo che certifica che la produzione sia stata effettuata con metodi bio. Ma bisogna pure diffidare dei prezzi troppo bassi per prodotti agroalimentari di particolare pregio.
Grazie al pressing della Coldiretti c’e’ in Italia l’obbligo di indicare in etichetta l’origine per la carne impiegata nei salumi, entrato in vigore proprio lo scorso 15 novembre, ma anche quella per pelati, polpe, concentrato e degli altri derivati del pomodoro grazie alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale 47 del 26 febbraio 2018, del decreto interministeriale per l’origine obbligatoria sui prodotti come conserve e salse, oltre al concentrato e ai sughi, che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro. Il 13 febbraio 2018 era entrato in vigore l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano per la pasta e del riso, ma prima c’erano stati gia’ diversi traguardi raggiunti: il 19 aprile 2017 e’ scattato l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati dopo che il 7 giugno 2005 era entrato gia’ in vigore per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy mentre, a partire dal 1° gennaio 2008, vigeva l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro. A livello comunitario – conclude la Coldiretti – il percorso di trasparenza e’ iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 e’ d’obbligo indicare varieta’, qualita’ e provenienza nell’ortofrutta fresca. I CONSIGLI ANTI FRODE PER LA SPESA ON LINE * Verificare l’identita’ del venditore on line privilegiando chi ha un legame diretto con la terra o appartiene a una rete strutturata di vendita diretta * Fare attenzione a storpiature, anche minime, del nome del prodotto, che spesso rivelano che si tratta di imitazioni * Verificare nelle immagini dei prodotti a denominazione di origine (Dop e Igp) che ci sia il logo che li contraddistingue * In caso di prodotto venduto come biologico, controllare che riporti in etichetta il logo europeo corrispondente * Leggere attentamente tutte le indicazioni presenti in etichette, a partire da quelle relative all’origine * Diffidare dei prezzi troppo bassi per prodotti agroalimentari di particolare pregio.
Agenzia DiRE www.dire.it