Italia divisa a fasce, Conte: “Sono possibili colori diversi da un comune all’altro”.
Il premier spiega che il dpcm permette di differenziare le restrizioni in maniera più capillare “sulla base di dati oggettivi”.
Non più un unico colore per ogni regione, ma colori (e restrizioni) differenziate per province e addirittura per comuni. A renderlo noto è il premier Giuseppe Conte chiudendo i lavori dell’assemblea Anci, che esplicita questa possibilità prevista dal dpcm: “Si può fare: C’è meccanismo nel dpcm che consente sulla base di dati oggettivi, su richiesta del presidente della Regione, di differenziare province e comuni all’interno di una regione, quelle più critiche da quelle con rischi inferiori”.
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Riguardo gli elementi con cui vengono stabilite le ‘colorazioni’ e le relative restrizioni, Conte annuncia che il Governo cercherà di “rendere ancora più chiari e trasparenti i 21 parametri, però questa chiarezza e trasparenza non deve diventare confusione. Si può migliorare però non possiamo arrivare che ognuno si fa i propri parametri”.
“NON SONO INFALLIBILE MA HO UN METODO”
“Non ritengo di essere assolutamente infallibile, qui non è questione di essere presuntuosi ma di aver adottato un metodo – assicura il premier -. Le nostre decisioni non sono mai state avventate. Non posso dire adesso in tutta onestà ‘questa scelta non la rifarei’. Poi è giusto che la storia ci giudichi. Mai abbiamo agito guardano i sondaggi“.
SEGNALI POSITIVI, MA NON POSSIAMO MOLLARE
“Il governo non ha la palla di vetro ma si rilevano i primi segnali positivi delle misure che abbiamo adottato” ha spiegato Conte. “In questo momento neppure gli scienziati si azzardano a dire quale sarà l’evoluzione della curva per Natale. Noi dobbiamo arrivare in prossimità per avere un quadro. Ci stiamo preparando a vari scenari. Ma non possiamo prevedere in questo momento quale sarà la situazione”.
“NO ALLA SOCIALITÀ SCATENATA PER NATALE”
Il premier ha poi ribadito la necessità di mantenere il rigore anche durante le feste natalizie: “Al di là delle valutazioni scientifiche, una settimana di socialità scatenata, com’è quella delle feste, significherebbe pagare a gennaio un innalzamento brusco della curva epidemiologica. Non ce lo possiamo consentire, sarebbe folle: dobbiamo predisporci a un Natale più sobrio”. “Noi ci auguriamo che l’economia possa comunque svilupparsi – ha aggiunto Conte -, ma feste e festini, veglioni, baci e abbracci non sono pensabili. Indipendentemente dalla curva epidemiologica”.
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