Due piloti non vedenti sul volo di linea Milano – New York … scopri il nesso con il nostro Black Friday !

Al giorno d’oggi, con il pilota automatico, anche un bambino potrebbe guidare un aereo…

All´aeroporto di Milano Malpensa, in una lunga fila di check-in di un volo MILANO – NEW YORK, durante l’attesa, un passeggero nota una persona, con uniforme da pilota e con il tipico bastone bianco usato dai non-vedenti, che entra nella cabina di pilotaggio.

Piuttosto stupito, il passeggero si guarda intorno quando vede un altro pilota, apparentemente cieco, salire a bordo. Al ché, preoccupato, si dirige verso una hostess della compagnia aerea e domanda: “Scusi signorina, ma chi sono quei due ciechi vestiti da piloti?”

La hostess lo tranquillizza assicurandogli che, seppure ciechi, si tratta dei due più grandi piloti italiani che esistono, e che con le moderne tecnologie a disposizione, anche un cieco può pilotare un aereo.

La notizia si sparge rapidamente tra gli altri passeggeri, i quali, preoccupatissimi, si imbarcano.

L’aereo si allinea e comincia la lunga corsa per il decollo, ma dopo svariati chilometri … l’aereo non si alza e continua ad accelerare … la pista sta quasi terminando ed i passeggeri, in preda al panico, cominciano a gridare sempre più forte quando, ad un metro dalla fine della pista, il velivolo finalmente si alza da terra.

I passeggeri tirano un sospiro di sollievo e, nella cabina di pilotaggio, il pilota commenta con il copilota: “Il giorno che non strillano siamo fottuti!!!“.

Gli strilli dei passeggeri in questo racconto, rappresentano il FATTORE UMANO che ha permesso che il volo decollasse senza andare dritto e schiantarsi.

Nonostante gli enormi progressi tecnologici che la nostra società negli anni ha raggiunto, l’intelligenza artificiale se non coadiuvata dalla competenza umana è pressoché inutile, risultando quasi dannosa.

La tecnologia è diventata regina ; possiamo imparare qualsiasi cosa in modo più veloce, comunicare in modo più veloce, INDIVIDUARE I CAMBIAMENTI DI PREZZO IN MODO PIU’ VELOCE!

I trader moderni non hanno mai avuto così tante informazioni e strumenti che permettano una tale precisione nell’elaborarle.

Basti pensare che i computer, i software più tecnologici sono costruiti dall’uomo, quindi essi senza una supervisione umana sono NULLI.

Chi si approccia al trading e si affida ai soli algoritmi rischia di diventare come il pilota cieco che ha la pretesa di far volare un’aereo con pilota automatico attivo, senza che succeda mai nulla di sconveniente.

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Si possono sottoporre ad analisi scientifica le nostre intuizione di trading, raggiungendo una VERITA’ DI MERCATO?

Dalle statistiche si direbbe proprio di no.

Nell’era della massima espressione tecnologica, chi si approccia al trading, nonostante l’ausilio di potentissime piattaforme PERDE. E ANCHE TANTO.

Qual è allora la differenza tra chi perde e chi vince al giorno d’oggi?

I vincenti sono coloro che:

  • Imparano ancora le regole fondamentali del trading.
  • Investono in una buona formazione per imparare queste regole.
  • Non si affidano totalmente agli algoritmi della piattaforma che utilizzano.
  • Desiderano lavorare sodo per ottenere risultati.
  • Osservano i cambiamenti, reagiscono e si comportano di conseguenza.
  • Ascoltano il marcato.

I perdenti invece sono accomunati da un’unica ma devastante caratteristica: CEDONO ALL’INFALLIBILITA’ DI UN INDICATORE, UN SISTEMA DI TRADING, SENZA FARE IL MINIMO SFORZO E SENZA AVERE UNA SPECIFICA COMPETENZA.

La concezione del trader è molto cambiata da quella che era tempo fa…

Una volta i trader, gli investitori erano visti come meri e beceri speculatori / scommettitori, che affidavano appunto un po’ al caso e un po’ alla fortuna il raggiungimento dei loro eventuali successi e profitti.

Per fortuna al giorno d’oggi le cose sono nettamente cambiate; chi opera in borsa, se vuole sopravvivere, dove avere una strategia operativa valida, oltre che appoggiarsi ad una valida piattaforma di trading che gli consenta di:

  • Minimizzare i rischi e aumentare i profitti nel tempo.
  • Capire quando comprare e quando vendere.
  • Gestire il proprio portafoglio con razionalità e ragionevolezza.

Non c’entra tanto la tecnologia, nonostante sia una grandissima alleata, per essere profittevoli sui mercati, quanto le strategie di analisi che si vogliono attuare, TECNICA O FONDAMENTALE? C’entra come si attuano, la competenza e la conoscenza che si mette in campo nel farlo.

Ad esempio, ai tempi del magnate della finanza Warren Buffett, se si voleva operare sui mercati l’unico modo per farlo era quello di chiamare la banca per piazzare gli ordini o presentarsi direttamente in giacca e cravatta.

NO PIATTAFORME DI TRADING!

Un software di trading non può sostituirci nell’analisi delle aziende e dei grafici delle azioni sui quali andremo ad investire; per questo è di vitale importanza sui mercati, ricorrere all’analisi tecnica e all’analisi fondamentale e capirne gli utilizzi.

Warren Buffett, comprò la sua prima azione a 11 anni per 38 $; l’azienda su cui puntò era la City Served Preferred, oggi conosciuta come CITGO, operante nel settore petrolifero.

Warren sin dalla tenera età basava i suoi criteri di acquisto sulla conoscenza dei fondamentali di un’azienda, tecnica che gli è cara anche ai giorni nostri e che negli anni ’60 gli ha permesso entusiasticamente di puntare all’acquisto delle azioni di Berkshire Hathaway, un’azienda americana che operava nel tessile ed era, all’epoca, in una profonda fase ribassista a causa della forte concorrenza straniera. Buffett continuava a comprare e ad accumulare azioni che valevano 8 $ l’una, di molto sotto prezzo a causa delle cattive acque in cui Berkshire navigava, fino a che poco tempo dopo ne arrivò ad assumere il controllo e a raggiungere la maggioranza azionaria.

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Oggi una singola operazione vale circa 230 $.

Col tempo l’oracolo di Omaha, così venne ribattezzato, prese la decisione di reinvestire gli utili dell’azienda in partecipazioni quotate in altre società, tra cui, rimanendo in tema di aerei, Delta Airlines e Southwest Airlines, trasformandola in una Holding.

Sembra fantascienza, ma questo è stato possibile grazie ad una profonda e capillare analisi fondamentale che Buffett ha operato nello scegliere di investire su quella determinata azienda.

Nonostante i venti avversi al momento dell’acquisizione delle prime azioni, attraverso la conoscenza del valore intrinseco dell’azienda e delle potenzialità che avrebbe potuto avere nel futuro decise di investire comunque. E non si sbagliò.

Nemmeno quando le azioni della Berkshire nel corso degli anni ebbero un calo drastico, per poi riprendersi; infatti secondo Warren non bisogna farsi spaventare se un’azione cala in borsa, se il business che rappresenta è valido, prima o poi verrà prezzata come deve.

Warren Buffett è considerato il guru dell’analisi fondamentale e basa le scelte per i suoi investimenti a lungo termine sul valore che una determinata realtà dimostra di possedere attraverso l’analisi di:

  • Bilanci
  • Profitti, ricavi futuri, dividendi
  • Flussi di cassa, liquidità
  • Analisi dei debiti
  • La qualità del management dell’azienda
  • I progetti di investimento futuri, i piani industriali annunciati
  • Le prospettive future del mercato in cui l’azienda è inserita
  • La previsione dei dati macroeconomici futuri
  • Il target di clientela a cui il prodotto dell’azienda è finalizzato

Chiaro che queste considerazioni non sono affatto facili da prevedere e un gioco fondamentale lo fa l’esperienza e la competenza dell’investitore.

LombardReport.com ha da sempre puntato molto sulla formazione dei suoi lettori, ed è per questo che in occasione dell’inizio del corso per traders neofiti ed esperti, RiuscireInBorsa.it, tenuto dal Prof. Emilio Tomasini, ed in concomitanza con il BLACK FRIDAY ha pensato ad una promozione riguardante i due abbonamenti storici del settimanale: lo STORICO PREMIUM SEMESTRALE e LO STORICO VIP ANNUALE:

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