Coronavirus, Brusaferro: “Allarme terapie intensive in alcune regioni”.
Il presidente dell’Istituto superiore di sanità: “Dobbiamo essere responsabili o il sistema collassa”.
“Alcune Regioni stanno superando la soglia di allarme dell’occupazione dei posti in terapia intensiva“. A lanciare l’allarme e’ il professore Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanita’, nel corso della conferenza stampa settimanale sull’analisi epidemiologica Covid-19 presso il ministero della Salute.
Brusaferro fa riferimento al “dato della resilienza, che mette in evidenza i tassi di occupazione dei posti letto in area medica e posti in terapia intensiva. Questo vuol dire che c’e’ una soglia, il 30%, che se viene superata succede a scapito delle necessita’ di ricovero per altre patologie e per interventi programmabili”.
E ancora: “La circolazione del virus e’ notevole in tutta Europa”, precisa il presidente dell’Iss, spiegando che “in Italia stiamo vivendo questa seconda ondata con un’incidenza, ovvero il numero di nuovi casi ogni 100ma persone, significativa: parliamo quindi di 524 casi su 100mila individui, ogni 14 giorni. Questi sono dati aggiornati a qualche giorno fa, non di oggi”.
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“L’Rt italiano- spiega Brusaferro- e’ ancora sul valore di 1,7, quindi rientriamo nello scenario 3, ma attenzione, perche’ alcune regioni superano il valore, anche molto, quindi c’e’ una circolazione del virus molto elevata. C’e’ quindi necessita’ di intervenire con misure specifiche per mitigare la circolazione, accompagnando la triade igiene delle mani, distanziamento e mascherine”.
“Il sistema di alert che abbiamo creato funziona molto bene, in coordinamento con le Regioni, ma- aggiunge Brusaferro. se non assumiamo un comportamento di maggiore responsabilita’ per difendere nostro Servizio sanitario nazionale e l’assistenza per tutti, a partire dai piu’ fragili, falliamo”.
“Anche se l’Rt si sta stabilizzando, l’alert sulla soglia superata in alcune Regioni e aree sub-regionali sui posti in terapia intensiva, deve indurre alla massima attenzione. Non siamo in una condizione di regressione del virus“, conclude Brusaferro.