Roma. PCI Lazio: risanare valle del Sacco.
Partito Comunista Italiano Comitato Regionale Lazio
Roma. PCI Lazio: Risanare Valle del Sacco
“In merito ai 209 miliardi di euro di fondi europei previsti per l’Italia (Recovery fund) occorre individuare i settori che necessitano di interventi urgenti ove destinare le risorse e dotarsi di progetti per renderli operativi. – hanno dichiarato il segretario regionale del PCI Lazio Oreste della Posta e il responsabile Ambiente, Fausto Nuglio – Il PCI è convinto che il risanamento ambientale e la messa in sicurezza del nostro territorio onde prevenire i disastri conseguenti al dissesto idrogeologico, siano la priorità di questo paese, insieme alle infrastrutture di reti ferroviarie e stradali (provinciali e intercomunali) atte a colmare il gap con il nord dell’ Europa. Sull’utilizzo di parte di questi fondi si sentono, però, strane voci in particolare per il settore della Difesa, con studi per nuove armi di attacco: si parla di 5 mld di euro. Cosa che va assolutamente scongiurata, a nostro avviso, in tutti i modi. – quindi i due dirigenti hanno evidenziato alcuni fatti accaduti – Ma se è vero che la priorità è l’ambiente, parte di quei fondi vanno assolutamente utilizzati per il risanamento e la bonifica della “Valle del Sacco” che è il fiume più inquinato d’Europa insieme al Sarno. Il fiume Sacco è lungo 87 km e a Ceprano (FR) confluisce nel Liri, ma i problemi dal punto di vista ambientale cominciano a Colleferro (RM) dove, da oltre 80 anni insistono industrie di armamenti e aziende chimiche che per anni hanno scaricato i residui di lavorazione nel Sacco e interrando fanghi e sostanze tossiche e nocive. Basta ricordare un fatto: alcuni anni fa nel comune di Anagni (FR) fu rinvenuto, da controlli effettuati, il PCB (POLICLORUROBIFINILE) uno dei veleni più potenti con gravi effetti sulla salute. Nel territorio di Sgurgola (FR), invece, furono ritrovate diverse mucche morte che si erano abbeverate in uno dei corsi d’acqua. È indispensabile inserire il risanamento del fiume Sacco nei progetti europei. – hanno Della Posta e Nuglio – Siamo consapevoli che lo sforzo finanziario è notevole data la profondità e l’estensione della zona interessata. In questo quadro riteniamo le proposte della Regione Lazio insufficienti con i pochi soldi stanziati. I fondi verranno fuori dagli studi di fattibilità che creano lavoro, si diminuisce il rischio di malattie, e si migliora la qualità della vita.”