GLI ITALIANI SAREBBERO PRIMI IN EUROPA NEL «LENDING CROWDFUNDING» SE AVESSERO UNA FORTE CULTURA DIGITALE. A SVELARLO È ENER2CROWD.COM BASANDOSI SUI DATI DEL CENTRO PER LA FINANZA ALTERNATIVA DELL’UNIVERSITÀ DI CAMBRIDGE.
Ener2Crowd.com traccia un bilancio della finanza partecipativa a livello globale: il nostro Paese sarebbe al primo posto in Europa se gli italiani avessero una cultura digitale come quella degli estoni.
(AJ-Com.Net) – In Italia il volume d’affari della finanza partecipativa (crowdfunding) è oggi di 460 milioni di dollari. Sempre più persone, infatti, decidono di diversificare il proprio portafoglio investendo su progetti coraggiosi e di valore di imprenditori che, in questo modo, riescono ad avere accesso a fondi indispensabili per l’avvio e la crescita del loro progetto.
Ma cosa accadrebbe se gli italiani investissero una percentuale di denaro pari a quella degli Inglesi o se nel nostro Paese vi fosse una cultura digitale come quella dell’Estonia? A simulare questo scenario dai sorprendenti risultati è stato il “GreenVestingForum” il forum della finanza alternativa promosso dalla piattaforma Ener2Crowd.com.
Attualmente l’Italia è il quinto Paese in Europa per volumi di denaro investiti nel crowdfunding, ma è il penultimo per percentuale investita rispetto alla ricchezza privata detenuta in contanti (anche su conti bancari): lo 0,01%, la stessa percentuale della Spagna. L’Italia è dunque uno dei Paesi dove si registra la più bassa cultura verso gli strumenti della finanza alternativa come strumento di investimento personale. A guidare la classifica europea è invece l’Estonia con lo 0,56%.
Se gli italiani investissero nella finanza alternativa una percentuale di denaro pari a quella che investono gli inglesi, il nostro Paese sarebbe al secondo posto nella classifica europea (“Italy – UK Eq”, nel grafico), ancora guidata dai sudditi di Sua Maestà, i quali avrebbero comunque a disposizione una maggiore ricchezza procapite: +50% su quella media Italiana.
Se in Italia vi fosse anche una cultura digitale come quella dei Paesi dell’ex-Unione Sovietica —come appunto l’Estonia—, il nostro Paese balzerebbe in testa alla classifica europea (“Italy – EST Eq”, nel grafico), e sarebbe terza a livello mondiale con ben 12 miliardi di dollari all’anno a disposizione del settore, circa 203 dollari pro-capite.
Se poi tali risorse fossero fatte confluire sulla dimensione della “transizione energetica e sostenibile”, grazie all’energy crowdfunding di Ener2Crowd.com, in Italia si raddoppierebbe il volume degli investimenti riguardanti i settori dell’efficienza energetica (7,1 miliardi di euro nel 2019) e delle rinnovabili (5,4 miliardi di euro nel 2019), con tutte le positive conseguenze che uno scenario del genere avrebbe su società ed economia.
«Solo questa manovra porterebbe ad una potenziale crescita del pil dello 0,2% su base annua ed in quanto ad occupazione —basandosi sugli studi dell’Università di Oxford guidati dal Premio Nobel Joseph Stiglitz— in Italia si verrebbero a creare circa 92 mila nuovi posti di lavoro» osserva Giorgio Mottironi, cso e co-founder di Ener2Crowd.com nonché Chief Analyst del GreenVestingForum. (AJ-Com.Net).
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