74° CONGRESSO NAZIONALE SIAARTI: COVID-19 E IMPLICAZIONI BIOETICHE.

SOCIETA’ ITALIANA DI ANESTESIA, ANALGESIA, RIANIMAZIONE E TERAPIA INTENSIVA
SIAARTI
COVID-19 E IMPLICAZIONI BIOETICHE:
IL CONGRESSO I-CARE 2020 SI CONCLUDE CON LA 
RIFLESSIONE ETICA SULLE SCELTE IN EMERGENZA
DEGLI ANESTESISTI-RIANIMATORI 
74° CONGRESSO SIAARTI
9-11 OTTOBRE; 16-18 OTTOBRE; 23-25 OTTOBRE
www.icarecongress.com
ROMA, 23 OTTOBRE – Mentre la preoccupazione per i numeri della pandemia diventa sempre maggiore, entra nel suo weekend conclusivo il 74° Congresso Nazionale SIAARTI (“I-CARE2020: Tecnologia e Umanizzazione nell’era del COVID-19”, www.icarecongress.com) e propone nell’agenda congressuale proprio le sessioni dedicate alle problematiche COVID-19 (Insufficienza respiratoria da Sars.Cov.2: aspetti fisiopatologici e clinici; ore 14.00, venerdì 23ottobre; COVID-19: Oltre la gestione ventilatoria; ore 15.00, venerdì 23 ottobre), alle problematiche in ostetricia (Anestesia in ostetricia, ore 14.00, sabato 24 ottobre; Aspetti ostetrici in era COVID.19, ore 15,00, sabato 24 ottobre) e la sessione finale dedicata all’impatto dell’Information Technology sulla pratica anestesiologica (ore 18.00, domenica 25 ottobre).
Una delle comunicazioni centrali dell’appuntamento SIAARTI è quella che vedrà Marco Vergano (Coordinatore Gruppo di Studio Bioetica-SIAARTI) proporre una lecture su COVID-19: ASPETTI ETICI, (ore 17.30, domenica 25 ottobre) che riprenderà – attualizzandolo all’oggi – il documento “Raccomandazioni di etica clinica per l’ammissione a trattamenti intensivi e per la loro sospensione, in condizioni eccezionali di squilibrio tra necessità e risorse disponibili”. Il documento, pubblicato da SIAARTI il 6 marzo 2020, era finalizzato a fornire un “supporto agli anestesisti-rianimatori attualmente impegnati a gestire in prima linea una maxi-emergenza senza precedenti per caratteristiche e proporzioni”.
La scelta di proporre una riflessione sugli aspetti etici nel Congresso SIAARTI 2020 è motivata, precisa Marco Vergano, dal fatto che “una condizione ad alta complessità come la gestione della pandemia non può prescindere da scelte che non appartengono al solo ambito clinico, ma che hanno profonde implicazioni etiche”.
Da marzo ad oggi abbiamo visto prima l’impennata della pandemia, poi il periodo estivo che ha portato con sé un ottimismo ingannatore, prima di ritrovarci ancora in una situazione decisamente preoccupante. All’interno del dibattito a livello nazionale sui temi sollevati dalle Raccomandazioni, è nato anche un gruppo di lavoro avviato dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri-FNOMCEO con la SIAARTI (rappresentata da Vergano insieme a Luigi Riccioni – Responsabile del Comitato Etico-SIAARTI, Alberto Giannini – Consiglio regionale Lombardia SIAARTI, Davide Mazzon – Consiglio regionale Veneto SIAARTI e Giuseppe Gristina – componente Comitato Etico-SIAARTI), con l’obiettivo di esprimere posizioni condivise su temi deontologici e professionali di interesse comune. Il documento, frutto del lavoro degli ultimi mesi, è prossimo alla pubblicazione.
In questa seconda fase di epidemia i temi delle Raccomandazioni rimangono dunque attuali? Perché vale la pena ricordarli ancora? “Quei temi sono purtroppo tutti attuali”, precisa Vergano, “perché con l’attuale crescita dei contagi e delle ospedalizzazioni esiste un rischio concreto che in certi ospedali e per un certo periodo ci si possa trovare in quelle ‘condizioni eccezionali di squilibrio tra necessità e risorse disponibili’ che avevano portato SIAARTI alla stesura del documento di marzo. Da quei primi giorni di pandemia sicuramente la discussione si è ampliata enormemente, sia a livello nazionale sia internazionale. Il dibattito dei mesi scorsi ha riguardato una serie di punti critici e ha coinvolto oltre ai sanitari anche una parte della società civile, politici, giuristi, filosofi e bioeticisti. Alcune questioni da noi sollevate – conclude Marco Vergano – penso possano e debbano ambire a raggiungere un consenso il più ampio possibile, anche se esisteranno sempre nodi irrisolti. Il triage ad esempio, per sua stessa definizione, deve basarsi su criteri condivisi e oggettivi, ma non esistono criteri universali”.
UFFICIO STAMPA E COMUNICAZIONE SIAARTI
WALTER GATTI
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